22 agosto 2006

Spocchiosi ma ancora vincenti!


Solo nel dramma, l’Italia riesce a essere se stessa. Perché si spogli di una inusuale superficialità e supponenza e vincere 64-56 col Senegal, deve trovarsi sotto di 12 a 13’ dalla fine, dopo aver prodotto un 4/24 da tre. Ci vogliono Mancinelli e Michelori (nella foto) per capire che, continuando così, gli azzurri rischiano di buttare via la vittoria con la Slovenia e il Mondiale. Fino a quel momento, l’unico ad aver giocato davvero era stato Soragna (miglior realizzatore con 15 punti). Poi, con la regìa di Mordente e i gomiti di Rocca, l’Italia ha rimesso a posto la partita: ottima difesa, basta tiri da tre tentati per non pensare troppo a una soluzione più intelligente e fare troppa fatica, e con due parziali, 8-0 alla fine del terzo quarto, 14-0 dopo il 44-51 al 32', gli azzurri si sono messi nella condizione di godersi la sfida con gli Stati Uniti per il primo posto del girone.
Per 25' è un'Italia da prendere a sberle: difende così così, con Belinelli con la testa altrove, attacca solo tirando da tre (4/20 nei primi 20’). La relativa forza del Senegal ci permette di andare avanti 11-6, ma appena crediamo sia tutto facile, Pene (che gioca in Francia) e N’Doye, che ha studiato a Furman negli Usa e ha un contratto a Digione, ci castigano. I nostri lunghi sono inguardabili, Basile (zero punti) è irriconoscibile, Di Bella pasticcia, Belinelli forza da tre. Soragna toppa i buchi ma le cose cambiano soltanto quando Michelori va in uno contro uno ed entra Mancinelli. Che tocca un rimbalzo offensivo, dà un buon assist, muove la difesa. Finalmente anche i tiri da tre hanno un senso e entrano (4/4 nell’ultimo quarto).
Chiudiamo la gara con un parziale di 32-12 (10 Mordente, 8 Michelori, 6 Soragna e Mancinelli nel parziale), così Carlo Recalcati può dire di essere molto contento della squadra, della capacità di stare calma e reagire piano piano, senza farsi prendere dal panico: "Il giorno di riposo dopo la vittoria e i complimenti contro la Slovenia forse ci ha scaricato un po’. Sono le partite più difficili, non si può accendere un’interruttore per far giocare bene la squadra. Abbiamo risolto la situazione quando, visto che il gioco perimetrale non entrava, abbiamo giocato, con Mancio, con più energia e fantasia". Adesso gli Stati Uniti: "Cercheremo di goderci la sfida con le stelle della Nba. Sarà una verifica interessante del nostro modo di giocare. Di certo non possiamo pensare di affrontarli con il loro".