04 settembre 2006

Andre, grazie di tutto!


E’ finita, come era inevitabile, la carriera di uno tra i più grandi campioni di ogni epoca. Andre Agassi ha giocato l’ultima partita di una carriera interminabile, perdendo dal tedesco Benjamin Becker (5-7 7-6 4-6 7-5 in 3 ore e 3 minuti) nel terzo turno del suo ventunesimo Open degli Stati Uniti. A Flushing Meadows nessuno ricorda una standing ovation così lunga e fragorosa; forse gli si possono accostare quella del 5 settembre 1989 per l’addio di Chris Evert o quella del 2 settembre 1991 per la storica vittoria del quarantenne Jimmy Connors su Aaron Krickstein.
TRA I GRANDI - Nonostante Pete Sampras, suo storico rivale, abbia vinto molto più di lui (14 slam a 8, 20 confronti diretti a 14), nonostante John McEnroe sia stato dotato da madre natura di un talento assai più puro e spettacolare, nonostante Jimmy Connors e Ivan Lendl siano riusciti a rimanere più a lungo in cima al ranking mondiale e a vincere più tornei, Andre Agassi ha segnato un’epoca trasformando il tennis in uno spettacolo degno della sua Las Vegas. Agassi ha dato spettacolo sul campo per il suo modo aggressivo di giocare, sempre in anticipo, e di proporsi alle platee di mezzo mondo. I suoi pantaloncini di jeans e le sue magliette fluorescenti hanno fatto epoca come le sue risposte di rovescio a due mani o i suoi particolarissimi cross di dritto. E fuori dal campo è diventando l’uomo immagine del tennis mondiale più di quanto siano riusciti a fare tutti insieme quei campioni citati sopra.
I RECORD - Agassi si è dovuto arrendere all’età e al fisico, ma non certo come tennis, sempre brillante e spettacolare come e meglio dei vecchi tempi. Quando baby Agassi si affacciò sulla ribalta mondiale – era la fine degli anni Ottanta – il suo tennis era un bombardamento continuo da tutti i punti del campo e con tutti i colpi possibili. Sparava cannonate senza pensare a come vincere il match. E spesso perdeva partite già vinte. Ma dalla vittoria di Wimbledon in poi e fino a oggi, Agassi è stato per quasi 15 anni il giocatore più abile a costruirsi i punti. La vita e la carriera di Andre Agassi fatto parte della storia del tennis come quelle di Bill Tilden o Suzanne Lenglen, di Bjorn Borg o Martina Navratilova. I numeri e i record che Agassi ha stabilito in questi vent’anni di grande tennis sono stati approfonditi e sviscerati in tutte le salse possibili. Quelli che lo hanno reso immortale e superiore a tutti i suoi colleghi, da Rod Laver in avanti, sono due; il fatto di aver conquistato nell’arco della carriera tutti i titoli dello Slam (impresa riuscita soltanto a Fred Perry, Donald Budge, Rod Laver e Roy Emerson) e di essere l’unico giocatore della storia ad aver vinto gli slam su tre superfici differenti (erba, cemento e terra). Nel 1992 ha trionfato a Wimbledon battendo nelle ultime fasi del torneo Becker, McEnroe e Ivanisevic; nel 1994 ha vinto senza essere testa di serie l’Open degli Stati Uniti battendo in finale Michael Stich; nel 1995 ha superato Pete Sampras nella finale dell’Open d’Australia e nel 1999 ha recuperato e vinto una drammatica finale al Roland Garros in cinque set contro l’ucraino Andrei Medvedev.
Ma non è certo finita qui; Agassi ha vinto l’ultimo torneo dello Slam del Novecento, l’Open degli Stati Uniti del 1999 su Todd Martin, e il primo Slam del nuovo Millennio, l'Australian Open del gennaio del 2000 su Yevgeny Kafelnikov. A questi sei tornei dello Slam vanno aggiunti gli Open d’Australia del 2001 e del 2003. Queste 8 affermazioni lo posizionano al sesto posto assoluto tra i plurivittoriosi dopo Pete Sampras (14), Roy Emerson (12), Bjorn Borg e Rod Laver (11) e Bill Tilden (10) e compensano ampiamente le 7 finali perdute (4 a Flushing Meadow, 2 al Roland Garros e una a Wimbledon), l’ultima delle quali all’Open degli Stati Uniti del 2005 contro Federer. Ma Agassi ha vinto anche un Masters (quello del 1990 sul sintetico indoor di Francoforte), una Olimpiade (Atlanta nel 1996) e tre coppe Davis. Negli Slam ha vinto 224 partite ed è il secondo di sempre alle spalle di Connors (233).
IL GIOCO - Agassi è stato l’interprete più puro dell’attaccante da fondo campo che ha avuto in Jimmy Connors il precursore più eccellente. Dotato di un anticipo micidiale e di due eccellenti colpi da fondo campo, Agassi è diventato il beniamino del pubblico di tutto il mondo per quel suo modo un po’ irriverente di stare in campo e di divertire il pubblico. Nell'aprile del 1995 è diventato per la prima volta numero 1 del mondo, posizione che ha mantenuto per 101 settimane fino al settembre del 2003. In tutti questi anni ha guadagnato oltre 31 milioni di dollari in premi ufficiali e altri 150 milioni di dollari in sponsorizzazioni. Almeno un quarto di questa cifra l'ha investita nella Andre Agassi Foundation, una sorta di salvagente per i bambini disadattati della sua città. E forse questa rimane la sua più grande vittoria. Grazie Andre, grazie di cuore, anche se ora il tuo gioco preferito è andato in "game over".