10 luglio 2006

Supercampioni, e ora si può ripartire.


L'Italia ha vinto 6-4 dopo i rigori, sconfiggendo la Francia e laureandosi per la quarta volta campione del Mondo. A Berlino è gioia immensa, come nelle strade di Bologna e di tutte le città italiane. Gli azzurri sono i più forti, ora si può ricostruire il calcio italiano. Lo si può fare sulla scia di ciò che ha dimostrato il gruppo di Lippi, unito sempre e capace di vivere un mese favoloso nel mondiale tedesco: lampi e sofferenze, una Coppa alzata al cielo. E' stata durissima anche la finale, subito resa difficile da un dubbio rigore e dalle qualità della Francia. La reazione azzurra, comandata da Materazzi, estesa da Cannavaro e Gattuso, frustrata dalla traversa di Toni, è stata quindi sublimata dal rigore decisivo infilato da Grosso, il simbolo del mondiale italiano. Grazie azzurri, siete i più forti: ora spazziamo via il marcio e ripartiamo.

4 Comments:

At 10 luglio, 2006 13:54, Anonymous Anonimo said...

toe cosa cazzo avevi bevuto per avere quegli occhi? del san marzano?

 
At 11 luglio, 2006 14:44, Anonymous Anonimo said...

noto della stanca. gia tutti in ferie caproni?

 
At 12 luglio, 2006 12:57, Anonymous Anonimo said...

UN MONDIALE DI CATTIVI PENSIERI
Grazie Beckenbauer: tra uno spot
e l'altro facci pagare ancora
di GIANNI MURA


OSSESSIONE numero 1: Franz Beckenbauer. Me ne sono liberato, ma ce n'è voluto. A tutte le ore del giorno e della notte faceva spot per i prodotti più diversi. Vabbè che era presidente del comitato organizzatore, ma anche Platini nel '98 lo era, e senza girare uno spot. Quando c'erano tre partite al giorno Beckenbauer riusciva a vedere un pezzo di tutte e tre, e in tivù solo il pallone era più inquadrato di lui. Poi, due partite al giorno, solo una, per lui uno scherzo.

Ogni notte controllavo dietro la tenda della doccia, nell'armadio, sotto il letto. Non c'era. Provavo a dormire. Poteva apparirmi in sogno, lui, ma stavo attento a non mangiare pesante. Giusto uno stinco di maiale nelle giornate piovose, due in trentaquattro giorni.

Voglio rassicurare amici, colleghi, lettori, tutti quelli che mi avevano detto: per te sarà dura, in Germania. Ma neanche un po', mi sono trovato benissimo (nessun paragone col '74). A tavola mi sono mosso su una linea italo-spagnola, con deviazioni tedesche, indiane, cinesi e messicane. Non mi sono sentito punto sul vivo quando un giornale tedesco ha proposto di boicottare la pizza. Non erano i tedeschi, la gente, il popolo, ma un giornale, non ricordo se "Bild" o "Spiegel", sempre fare i nomi, comunque 1 per la scarsa originalità.


Sarebbe come pubblicare in Germania una frase a scelta di Roberto Calderoli e fare credere che sia il pensiero di un intero paese. Ma no, è Calderoli. Comunque: 8,5 ai peperoncini verdi di Padron (è un paese), saltati e serviti con una minima aggiunta di sale grosso e 8 a Klinsmann. L'avevo visto l'ultima volta a un concerto di Paolo Conte a Milano, in compagnia di Serena. In genere il terzo moschettiere era Berti. "Nikola no stasera, lui non kapisce qveste kanzoni" aveva detto Klinsmann, non senza ragione.

Mai pensato che potesse fare l'allenatore, e bene anche. Credo abbia dato molto all'immagine della Germania: giovanile, sorridente, molto sportivo: prima cosa, salutare l'allenatore avversario, e una parola, non solo un gesto, per tutti i giocatori sostituiti. Mai una polemica, un gesto fuori posto. Bravo.

Ossessione numero 2. "Ma che cosa gli ha detto?". Non lo so. Ho girato molto. Nulla mi è stato risparmiato: Italia-Robertino, Italia-Celentano, Italia-Paolorossi, Italia-Cicciolina. Italia-Materazzi (sempre a quadrisillabi) mi mancava. Cosa gli ha detto? Vorrei che restasse un mistero. Ci siamo talmente abituati alle cose che Materazzi fa in campo che abbiamo trascurato quello che può dire. Qualunque cosa abbia detto a Zidane (dalle donne di famiglia al terrorismo islamico), Zidane non doveva reagire così, prima di tutto per rispetto di sé e della squadra.


Lunedì "L'Equipe" lo attaccava duramente in prima pagina. All'interno, voto 7,5 per il titolo "Aux larmes citoyens". Chi l'aveva attaccato duramente lunedì si scusava ieri in prima pagina. Zidane è stato osannato a Parigi, Chirac l'ha paragonato a un eroe. Mi sa che si è perso un po' il senso delle proporzioni. Zidane è stato un grande giocatore, e non basta un episodio a screditare una carriera, ma la sua uscita di scena è da zero. Alla provocazione di Materazzi Zidane poteva rispondere raffrontandola in mondovisione, oppure restituendogli gli insulti. Pare che usi, in campo. Ma una craniata così no, non è bella neanche per i bambini.

E' ben curioso che la Fifa (3,5) abbia votato Zidane miglior giocatore del mondiale. Complimenti vivissimi. Dicono che hanno votato prima della finale. Male (3) è come recensire uno spettacolo nell'intervallo. E il secondo dei giovani, sempre per la Fifa, è Cristiano Ronaldo, il principe del tuffo, il re dei simulatori. Ai parrucconi della Fifa questo autogol vale 2,5, spedito con un filo di voce dalle macerie del fair play e del Joga Bonito.


Ossessione numero 3. Ma perché Blatter non era alla premiazione dopo la finale? A prescindere dalle spiegazioni, 4. In compenso c'era Beckenbauer, quello dalle previsioni apocalittiche. Prima dell'inizio aveva detto che l'Italia avrebbe pagato lo scandalo in Germania. Se questo è pagare, paghiamo.

Ossessione numero 4. "Cos'hai provato in quel momento?" è la prima domanda che cancellerei dal manuale del buon giornalista. Infatti è la più frequente, specie in tivù. Ci sono momenti di felicità totale in cui si pensa ai vivi, ai morti, o non si pensa perché si è troppo stanchi e la stanchezza ripagata è una sorta di pensiero. Ci sono premiazioni caciarone, altre solenni. Tra quelle, come dire, un po' stravaganti, verrà ricordata quella di una squadra di calcio che proprio lì, sul prato, si è festosamente riunita intorno a un compagno seduto su una sedia appositamente trasportata mentre un altro gli tagliava i capelli.

Poi uno s'è tolto le braghe e le ha lanciate alla curva, cingendosi i fianchi di un tricolore, altri se lo sono messi al collo, un altro s'è fatto uno scialletto come la befana, un altro aveva un cappello da mago. Chi vuol essere lieto sia e non spacchiamo il capello in quattro, quello che conta è il risultato, ma alla sagra del cocomero si sono viste premiazioni più composte.


Ossessione numero 5 (altro che cattivi pensieri postmondiali). Che Tour sarà? Qui non lo sa nessuno. Intanto, un riconoscente 8 agli azzurri che andando avanti mi hanno risparmiato dieci giorni di volate. Entro in corsa ai piedi dei Pirenei, scrivo da un angolo verde nella valle del Biaassoa, sotto i platani, un pastis sul tavolo. Un pezzo di Francia l'ho già recuperato, il resto verrà.
(12 luglio 2006)

 
At 12 luglio, 2006 14:22, Blogger teo3 said...

Hai fatto benissimo a pubblicarlo!

 

Posta un commento

<< Home