26 settembre 2006

Bologna, che batosta


Il Rimini passeggia 3-1 al Dall'Ara: più veloci, più reattivi, più cattivi, più in palla. In campo non c'è gara: per i ragazzi di Ulivieri una sconfitta più che meritata e più che preoccupante. Non tanto per la classifica, che comunque vede le squadre favorite andare ad un discreto ritmo, quanto per quello che si è visto in campo: poche idee e ben confuse, Marazzina fuori fase, Amoroso e Bellucci completamente fuori partita, una difesa in bambola, cambi tardivi e scelte errate dalla panchina. Un quadro poco confortante, visto che tra quattro giorni arriverà al Dall'Ara il Cesena di Castori. Un impegno importante, un altro derby ad alta tensione: dopo due sconfitte, un altro buco nell'acqua rischierebbe di creare tensioni nell'ambiente e, forse, anche discussioni nella dirigenza sulla posizione del tecnico.

25 settembre 2006

FORTITUDO-AIRONE 5-0


Prestazione maiuscola dei biancoblù alla seconda di campionato. Si sono visti finalmente dei gol, e tanti (forse mai così tanti dai tempi della terza categoria), messi a segno da parte di quasi tutto il reparto offensivo. Si è vista una squadra che finalmente ha girato nel modo giusto. Si è vista finalmente la voglia di correre e di lottare su ogni pallone.
Però. C'è sempre un però, dato che per quanto mi riguarda il bicchiere è sempre mezzo vuoto. Da valutare alcuni punti. Primo, è la seconda di campionato e mancano ancora tante partite: sarebbe un errore pensare di riposarsi sugli allori e credere di aver già dimostrato tutto con soli 4 punti all'attivo. Secondo, si è giocato contro una squadra che non è stata capace di fare un solo tiro in porta in 90'. Terzo, a quanto pare Bonazzi e Graffer si sono fatti male, e con questo attacco si sono fatti tre gol in 45' (senza contare l'apporto di Savini, chè poi se no mi si offende). Attenzione, ragazzi, attenzione...
La fredda cronaca. Nei primi minuti la Effe parte subito bene, in rilievo soprattutto Mattarelli, che lotta su ogni pallone. Lo 0-0 dura fino al 23', quando si passa in vantaggio: calcio d'angolo, ovviamente la palla passa tutto lo specchio della porta avversaria senza colpo ferire, ma per fortuna sul secondo palo c'è Fontana che di piede devia in gol. Premio Birra Moretti (una birra da me gentilmente offerta al primo marcatore in campionato) al condor. Bisogna aspettare una ventina di minuti perchè il vantaggio sia legittimato: ed è Graffer (probabilmente il vero grande assente della scorsa stagione) che, pur in netto fuorigioco non rilevato dall'arbitro, infila il portiere avversario per il 2-0; è il 42'. Si ripeterà dopo 2'; per lui anche un palo colpito di tacco su punizione messa in mezzo da Savini.
L'aspetto forse più confortante è che la Fortitudo rientra in campo senza timori, senza braccini e senza sindromi da Inter. Perso Bonazzi alla fine del primo tempo per infortunio, stessa sorte tocca a Graffer dopo appena 2' della seconda frazione. Tegola. Il gioco scema un po' d'intensità fino a 20' dalla fine, quando l'ennesima azione ben condotta coralmente dalla squadra tutta dà la gioia del gol anche a Resta (70'). Da segnalare due gol incredibilmente sbagliati da Bufalini, che si riscatta poi siglando il 5-0 all'83'. Che si sia sbloccato? Che la sindrome di Borriello sia scomparsa? Lo speriamo tutti.
Godiamoci il momento di gloria fino a domani sera. Già, perchè alle 21.00 di domani ci si deve dimenticare dei 5 gol e si torna a lavorare per preparare la partita di domenica prossima, che - a quanto pare - non sarà una passeggiata.

-Il tabellino
Fortitudo: 1-Camagni, 2-Summo, 3-Rimondi, 4-Cocilova, 5-Fontana, 6-Savini, 7-Mattarelli (C), 8-Lombardo, 9-Bonazzi (dal 46' 14-Resta), 10-Graffer (dal 48' 18-Bufalini), 11-Mezzetti (dal 46' 13-Badiali). A disposizione: 12-Mattei, 15-Barbapiccola, 16-Diazzi, 17-Appignani. Allenatore: Degli Esposti.
Airone: 1-Castello, 2-Fachin (dal 75' 16-Lasi), 3-Cavallotti, 4-Festi, 5-Soffritti, 6-Di Bello (dal 46' 13-Vitagliano), 7-Borri (C), 8-Gsata, 9-Brunetti, 10-Barioni, 11-Bulko. A disposizione: 12-Menzani, 14-Tossani, 15-Zamara. Allenatore: Sbarra.
Arbitro: Tondini.
Marcatori: 23' Fontana, 42' e 44' Graffer, 70' Resta, 83' Bufalini.
Ammoniti: Camagni (F), Brunetti, Di Bello e Lasi (A).


-Voti miei personalissimi
1-Camagni: 6,5. Non deve fare una sola parata, sarebbe da s.v. Ma è anche vero che non prende gol da 270'.
2-Summo: 6,5. Partita ordinata, non sbaglia nulla.
3-Rimondi: 6,5. Per lui critiche infondate, deve giocare centrale e lo fa bene.
4-Cocilova: 6,5. Sempre più cociletor. Idolo delle folle, non si fa neanche ammonire.
5-Fontana: 7. Senso della posizione e opportunismo. Bene in difesa.
6-Savini: 6,5. Se la squadra gira e segna è anche merito suo. Forse 3 o 4 assist realizzati.
7-Mattarelli: 6,5. Inizia alla grande, poi cala un po'.
8-Lombardo: 6,5. Riscatta l'opaca prestazione contro l'Emilia. Molto mobile, detta bene i tempi.
9-Bonazzi: 6. Utile là davanti, anche se non segna. Sfortunato, esce per infortunio.
10-Graffer: 7,5. Due gol, un palo, belle giocate. Peccato che si sia fatto male. Dovrebbe giocare anche con una gamba sola.
11-Mezzetti: 5,5. Un po' confuso nei primi 45'. Sostituito al 46', non può riscattarsi nel secondo tempo.
13-Badiali: 6,5. Ottima partita per il neoacquisto. Difende ma sa anche attaccare con alcune incursioni sulla fascia.
14-Resta: 6,5. Classe e sostanza, ritrova anche il gol.
18-Bufalini: 6. "Questo lo segnavo anch'io". Per due volte. Poi si sblocca, finalmente.
All. Degli Esposti: 6,5. Azzecca titolari e sostituzioni.
Voto all'arbitro: 5,5. Alcune sviste madornali. Ma almeno quasi sempre a nostro favore...
Voto allo spessore tecnico della partita: 6,5.
Voto alla Fortitudo: 6,5.


-Voti della partita Emilia-Fortitudo
(già che ci sono, metto a tacere le polemiche infuocate della settimana scorsa...)
1-Camagni: 6.
2-Summo: 6,5.
3-Di Santo: 6,5.
4-Cocilova: 6,5.
5-Degli Esposti M.: 6,5.
6-Guidi: 6.
7-Mattarelli: 5,5.
8-Lombardo: 5.
9-Resta: 6.
10-Savini: 6.
11-Graffer: 6.
14-Fontana: 6.
16-Broccardo: 5.
17-Appignani: 6.
All. Degli Esposti L.: 5,5.
Voto all'arbitro: 6.
Voto allo spessore tecnico della partita: 5,5.
Voto alla Fortitudo: 5,5.

20 settembre 2006

Bologna, primo stop


Un'uscita a vuoto di Antonioli al 7' del secondo tempo regala al Piacenza il gol dell'1-0. Il Bologna non riesce a reagire, ottiene molto possesso palla ma produce solo un palo con Costa. Nel finale espulso Ulivieri per proteste. Il Bologna come il Napoli cade a Piacenza: la rete di Nef premia forse eccessivamente i biancorossi, ma la squadra di Ulivieri può prendersela soprattutto con se stessa per non aver concretizzato l'enorme mole di gioco (Marazzina è entrato solo all'80') e per aver mostrato ancora qualche sbavatura di troppo nell'asse Antonioli-Castellini, lontanissimi parenti di quei giocatori che avevano brillato in rossoblù quasi dieci anni fa. Prima sconfitta in campionato dunque per il Bologna, chiamato a riorganizzare e a trovare maggiore brillantezza da un Zauli troppo spento e da un Nervo assolutamente trasparente.

17 settembre 2006

Avanti tutta!!



Sei punti in due gare, con tanta sofferenza, e testa della classifica insieme al Genoa. Inizio migliore il Bologna non poteva aspettarselo e il 2-1 in extremis sullo Spezia segna una piacevole inversione di rotta rispetto allo scorso anno. Infatti, sarà fortuna, sarà la voglia di battersi fino all'ultimo, sarà la fiducia nei propri mezzi, ma il Bologna ha portato a casa una partita che dodici mesi fa avrebbe perso, dopo essersi complicato la vita in modo quasi suicida. L'esempio più lampante è quel Bologna-Crotone che finì 1-2, la prima di Cazzola da presidente rossoblù. Ora, in un'altra "prima" di Cazzola, all'esordio al Dall'Ara dopo quasi un anno e due mercati di lavoro, il Bologna acciuffa i tre punti all'ultimo respiro, dopo aver benedetto la traversa centrata da Dionigi, con il solito implacabile Bellucci. Resta da capire l'ostinazione di Ulivieri nel lasciare in panchina Marazzina, preferendogli uno Zauli al momento fuori condizione. A Piacenza, martedì prossimo, rientrerà anche Fantini e in attacco la concorrenza diventerà ancora più agguerrita, ma lasciare nuovamente giù l'attaccante lombardo, specie con impegni così ravvicinati, sarebbe delittuoso. Va bene che il campionato di B è lungo e c'è spazio per tutti, ma il rischio è quello di perdere psicologicamente un giocatore fondamentale per tentare una scalata alla A iniziata nel migliore dei modi.

11 settembre 2006

Coppa Emilia: FORTITUDO-ALTEDO 1-0

Seconda vittoria consecutiva per la Fortitudo (dopo quella in amichevole mercoledì contro il Cà De’ Fabbri) ieri in quel dell’Antistadio, nel ritorno di Coppa Emilia contro l’Altedo. I biancoblù s’impongono di misura, ma è tutto inutile dopo il 3-0 dell’andata.
Prova tutto sommato buona, che però non cancella le prestazioni ancora sotto le aspettative di alcuni singoli. Si esce dalla Coppa, com’era prevedibile dopo il mezzo disastro di domenica scorsa, con forse qualche rimpianto: visto l’andamento dei 90’, provare a fargli altri due gol per poi giocarsela ai rigori non sarebbe stata un’impresa impossibile, ma c’è da dire che probabilmente se la partita si fosse messa sul 2-0 avrebbe preso poi tutta un’altra piega. L’Altedo perde controllando il risultato, la Fortitudo si accontenta della vittoria per 1-0, che (come fa notare Marchino) per lo meno dà un po’ di morale.
La Coppa Emilia è andata, non ci piangiamo sopra. Ma domenica s’inizia a fare sul serio. Domenica è campionato, vediamo d’iniziare bene…

Il tabellino:
Fortitudo: 1-Camagni, 2-Summo, 3-Di Santo, 4-Appignani, 5-Degli Esposti M. (dal 46’ 15-Bonazzi), 6-Savini, 7-Mattarelli (C), 8-Lombardo, 9-Bufalini (dall’ 83’ 17-Toppini), 10-Resta (dal 72’ 13-Rimondi), 11-Mezzetti. Allenatore: Degli Esposti L.
Altedo: 1-Reatti A., 2-Gheduzzi, 3-Bonora, 4-Zucchini C., 5-Chaengsavang (dal 66’ 16-Matera), 6-Dalla Torre, 7-Fazioli (dal 70’ 18-Molinari), 8-Reatti F. (C), 9-Ruggeri (dal 60’ 14-Nutile), 10-Passarotto, 11-Carozza. A disposizione: 13-Mulazzi, 15-Fini, 17-Zucchini M. Allenatore: Gelli.
Marcatore: 62’ Savini.
Ammoniti: Lombardo e Bonazzi (F), Reatti F. (A).
Espulsi: nessuno.
Note: Al 21’ Mattarelli (F) calcia fuori un rigore.

Voti miei personalissimi:
1-Camagni: 6,5. Tre ottime parate, salva il risultato.
2-Summo: 6. Il voto rispecchia la buona prova della difesa.
3-Di Santo: 6. Idem come sopra: quando serve, c’è.
4-Appignani: 6,5. Gladiatore in mezzo al campo, corsa e polmoni.
5-Degli Esposti M.: 5,5. Incerto in alcune occasioni, càpita.
6-Savini: 5. Gran gol, ma ectoplasma per gran parte della partita: sindrome di Meghni.
7-Mattarelli: 5,5. Col rigore segnato sarebbe stata un’altra partita, ma non è un dramma.
8-Lombardo: 6. Dirige bene il centrocampo.
9-Bufalini: 5. Per segnare oramai deve fare un miracolo.
10-Resta: 5,5. Non è ancora al 100%.
11-Mezzetti: 6. Un’altra buona partita.
13-Rimondi: 6. Entra, non si è allenato per una settimana, fa il suo.
15-Bonazzi: 6. Ci prova per un tempo, il gol arriverà.
17-Toppini: 6. Quasi ingiudicabile, gioca 7’.
All. Degli Esposti L.: 6. Ha gli uomini contati, aspetta tempi migliori.

Voto all’arbitro: 6.

Voto alla Fortitudo: 6.

Voto allo spessore tecnico della partita: 6.

10 settembre 2006

Chi ben comincia...


Il Bologna espugna per la prima volta nella sua storia Pescara con un gran gol di Amoroso a 10 minuti dalla fine: un ottimo modo per cominciare un campionato lungo e difficile. Appena sufficiente la prova dei rossoblù nel primo tempo, salvati da un grande Antonioli, poi gli abruzzesi calano il ritmo ed esce il tasso tecnico dei rossoblù, trascinati da Meghni. Ulivieri a sorpresa tiene in panchina Marazzina: niente screzi, almeno per ora, solo la scelta tecnica di una torre per scardinare la difesa di Ballardini. Poi, il jolly del centrocampista ex viola (nella foto tratta da Bolognafc.it) e dieci minuti finali di amministrazione tranquilla: una vittoria da big in un giorno dove la Juve pareggia a Rimini e in cui le altre grandi, Napoli, Genoa e Brescia, fanno già capire le loro intenzioni.

08 settembre 2006

S.G. FORTITUDO - ABM: ORARI E CONVOCAZIONI


Domenica 10 settembre alle ore 15.30 verrà disputata la partita di ritorno valida per la coppa emilia tra S.G. Fortitudo e Abm(andata 3-0 per la squadra di altedo).
Il ritrovo è alle ore 14.20 all'antistadio.
I convocati sono: Tommy, Stefano, Degli, Gabri, Cisco, Giorgio, Lomba, Matta, Appi, Simo, Savo, Bufa, Bonaz, Toppa, Teo?, Micky?.


04 settembre 2006

Mercoledì sera amichevole


E' stata organizzata un'amichevole contro il Cà De Fabbri per mercoledì 6.
La partita si giocherà alle ore 20.00 al campo del Cà de Fabbri, dove bisogna presentarsi per le ore 19.15.
Per chi non sappia dove è il campo o abbia bisogno di un passaggio, l'appuntamento è per le 18.30 alla salus.
Gli allenamenti di martedì e giovedì sono confermati, come riportato nel precedente post di Sisco.
Saluti

Coppa Emilia: ALTEDO-FORTITUDO 3-0

Bisognava provarsi la febbre, contro l’Altedo. Bè, la febbre ce la siamo provata, e abbiamo almeno 38°. Non tanto perché la Fortitudo incassa tre gol contro una formazione sicuramente superiore, quanto perché i problemi di questa squadra sembra come al solito che vengano da fuori dal campo. Ma questo è un altro discorso. E probabilmente non è questa la sede per parlarne. Letteralmente abbandonato a sè stesso, l'undici biancoblù, alla prima uscita ufficiale della stagione 2006-07, esce sconfitto dal campo dell'Altedo, squagliandosi sotto il sole implacabile della bassa ferrarese. Ok, le partite di Coppa Emilia sono tutti allenamenti. Ok, faceva caldo. Ok, non abbiamo ancora i 90' nelle gambe. Ok, l'Altedo è squadra ambiziosa. Però si torna a casa con tre pappine al passivo. E poteva finire 2-1, e magari all'Antistadio giocarci il passaggio del turno. Ma della Coppa, forse giustamente, non importa più di tanto a nessuno.
Si parte bene. Nei primi minuti del primo tempo l'Altedo sembra un po' appesantito, e i nostri spanizzi. Dalla panchina si spera che la situazione possa andare avanti così almeno fino al 45'. O almeno finchè non si sveglino i rossoneri. C'è tempo per annotare un paio di tiri di Bufalini che sono due passaggi per il portiere avversario, e per sperare in una partita da Jesus Christ Superstar per il numero 11 della Fortitudo. Poi, la doccia fredda: tiro della domenica, palombella a superare Camagni, palla sotto la traversa. Altedo 1, Fortitudo 0. E' il 17', ci si spera ancora. Si giochicchia fino al 36', quando il capitano avversario indovina un diagonale che sbatte sul palo e s'infila in rete. Altedo 2, Fortitudo 0. Finita qua? No, all'intervallo si pensa che, forse, segnandogli un gollettino, magari le cose possano cambiare. Intanto, la squadra è stravolta per il caldo, per la mancanza di fiato, per le maglie blu invernali a maniche lunghe. In panchina, i soli Resta (appena tornato a Bologna) e Toppini; due cambi, magari ne servirebbero 5 o 6 per ridar fiato a gran parte della squadra. In tutto ciò, Savini accusa un dolore: giocherà praticamente a mezzo servizio parte del primo e più di metà del secondo tempo.
Si torna in campo. Dopo 15' entra Resta. Giura che quest'anno le vuole giocare tutte. Ma attualmente non è allenato, per quanto si dia da fare. A 15' dalla fine Toppini sostituisce Savini, che fino ad allora aveva stretto i denti. Ultime annotazioni. Toppini, nel ruolo di punta, arriva al corpo a corpo con il portiere avversario fuori dall'area; un rimpallo che favorisce l'estremo difensore rossonero gli nega il gol a porta spalancata. Resta ci prova in mille modi: da segnalare un passaggio in mezzo per un attaccante che non c'è. Stessa situazione capita a Bufalini: troppo altruismo quando non serve. Ah, e poi c'è il 3-0. E' l'81', punizione per l'Altedo, discussioni sulla barriera, il loro capitano tira, nessuno se l'aspetta, gol. Polli. Altre definizioni?
Va bene. Era la prima partita che contava, e tutto. Si è fatto il possibile, e tutto. Mancava mezza squadra, e tutto. Ma un certo clima che si respira fuori dal campo si ripercuote dentro il campo medesimo, non c'è dubbio. Salviamo il salvabile finchè siamo all'inizio e diamoci una svegliata, perchè maggio è lontanissimo. E per quel periodo non vorremmo avere brutte sorprese a leggere la classifica, no?

Il tabellino:
Altedo: 1-Reatti A., 2-Gheduzzi, 3-Zucchini (dal 46' 17' Bonora), 4-Mulazzi, 5-Matera, 6-Dalla Torre, 7-Molinari, 8-Reatti F. (C), 9-Ruggeri, 10-Passarotto (dal 65' 13-Siviero), 11-Fazioli (dal 56' 14-Nutile). A disposizione: 12-Vaccari, 15-Perini, 16-Chaengsavang. Allenatore: Gelli.
Fortitudo: 1-Camagni, 2-Summo, 3-Mezzetti, 4-Diazzi, 5-Degli Esposti, 6-Savini (dal 73' 17-Toppini), 7-Mattarelli (C), 8-Appignani, 9-Bonazzi (dal 60' 14-Resta), 10-Fontana, 11-Bufalini.
Marcatori: 17' Fazioli, 36', 81' Reatti F.
Ammoniti: nessuno.

Voti miei personalissimi:
1-Camagni: 5,5. Mezzo voto in più d'incoraggiamento. Ma il primo e l'ultimo gol erano forse evitabili.
2-Summo: 5,5. La difesa non demerita, ma si dovrebbe proporre di più in avanti. Crampi nel finale.
3-Mezzetti: 6. Giocare titolare subito in una squadra nuova non è facile. Prova discreta.
4-Diazzi: 5,5. Dove giocava? Ala, centrale di centrocampo, difensore? C'è da dire che non c'era nessuno dalla panchina a dirgli cosa doveva fare...
5-Degli Esposti: 6. Partita ordinata, fa bene come al solito quando è tirato in ballo.
6-Savini: 6. Trottolino ci prova, ma viene fermato da un dolore. Fa quel che può.
7-Mattarelli: 5,5. Smadonna per le maglie in flanella, ha la grinta solita, ma non è tanto costruttiva.
8-Appignani: 6. Vede, nell'ordine, la Madonna, San Pietro e tutti i santi del paradiso. Colpa del caldo. Ma si sbatte.
9-Bonazzi: 5,5. Non conclude niente, sembra che giri a vuoto.
10-Fontana: 5,5. Mezzo voto in meno perchè viene superato dall'attaccante avversario sull'azione del primo gol.
11-Bufalini: 5,5. Un attaccante deve fare gol, non passarla al portiere. Si spera che per lui non sia anche quest'anno sindrome di Borriello.
14-Resta: 6. Non è allenato, ci prova.
17-Toppini: 6. Tanto cuore, si meriterebbe il gol. Sfortunato.

Voto all'arbitro:
6.

Voto alla Fortitudo:
5,5.

Voto allo spessore tecnico della partita:
5,5.

Se n'è andata l' ultima bandiera


“Se ne è andata l’ultima bandiera”: frase sempre evocativa, spesso retorica e soprattutto fuori moda in un calcio business e senza anima. Ma questa volta possiamo proprio dire che l’ultima bandiera ha smesso di sventolare e, purtroppo, per sempre. Piange l’Inter, piange il mondo del calcio, per l’addio di Giacinto Facchetti, spentosi a 64 anni dopo una malattia dura e terribile, quanto veloce nel strapparlo ai propri affetti. Giacinto aveva scoperto il male solo pochi mesi fa: si è spento oggi all'Istituto dei Tumori di Milano. Lascia la moglie Giovanna e quattro figli: Barbara, Vera, Gianfelice e Luca (calciatore del Pergocrema in C2). Muore un mito, muore il capitano per eccellenza, ma si sa che i miti sono immortali e allora sembra di vederlo ancora lì. Sulla fascia sinistra ad interpretare per primo il ruolo di terzino fluidificante; a guardare la monetina che sanciva la vittoria italiana nell’Europeo casalingo del 1968; stampato per sempre nella formazione-mantra Sarti-Burgnich-Facchetti e via dicendo della Grande Inter di Helenio Herrera; monumento azzurro capace di accompagnare l’Italia attraverso 3 Mondiali con la folle e storica notte di Italia-Germania 4-3 a Messico ’70; e alla fine di recitare il ruolo di presidente nell’Inter di Massimo Moratti dopo aver fatto grande i nerazzurri di papà Angelo.
GLI INIZI Giacinto era nato a Treviglio, provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942: non ha mai abbandonato le sue radici (abitava a Cassano d’Adda) perché amava vivere nel verde dove ritrovava l’equilibrio. Padre ferroviere, madre casalinga, un fratello e tre sorelle: ambiente sereno e pulito, il massimo per crescere una speranza. Il grande amore con l’Inter nasce però da uno “sgarbo”. Facchetti venne raccomandato a 16 anni da Meazza per un provino all’Inter, ma venne scartato dai soloni della società. Lui si rivolse all’Atalanta, firmò, ma un factotum della società milanese lo convinse a rimanere inattivo fino a novembre e quindi passare all’Inter. Era il 1958, l’inizio della leggenda. Lo spilungone di Treviglio strappato all’atletica, lavora sodo: mattina a scuola, panini al volo, poi di corsa alla stazione (accompagnato in bici dal papà), treno, tram, allenamenti e ritorno.
LA GLORIA Herrera lo vede e intuisce la stoffa del campione, fino a farlo debuttare il 21 maggio 1961 in Roma-Inter 0-2. La settimana dopo ancora in campo e partita sbloccata con un gol in Inter-Napoli 3-0. Facchetti cresce, supera le critiche di San Siro per una stagione opaca e nel 1963 si laurea campione d’Italia per la prima volta. E’ l’anno della conferma perché il 27 marzo debutta con l’Italia ad Instanbul con la Turchia (0-1). Non si sfilerà più la maglia azzurra: 94 presenze, 70 da capitano e 3 gol con il trionfo dell’Europeo 1968 e il titolo di vice-campioni del mondo nel 1970. Il Mago Herrera lo trasforma nel primo terzino-bomber della storia, il primo terzino fluidificante che attacca sulla fascia, il punto di riferimento di sua maestà Beckenbauer. Nel 1964 perde lo spareggio scudetto con il Bologna, ma si rifà con la Coppa Campioni e Intercontinentale. Il bis nel 1965 in Europa, nel Mondo e anche in Italia con il secondo scudetto. Il 1966 porta ancora tricolore e la prima fascia di capitano con l’Italia: a Milano il 1° novembre nel successo sull’Urss dopo la disfatta mondiale con la Corea del Nord (il ricordo più doloroso della carriera).

LA FAMIGLIA Le vittorie si accoppiano con lo stile, l’eleganza e la serietà. Il matrimonio con il nerazzurro è felice e nel 1967 si “affianca” a quello di vita con l’amata Giovanna, conosciuta in una balera di Rivolta d’Adda. Viaggio di nozze ad Orvieto: lui in caserma per servizio militare, lei in una pensioncina. I quattro figli coroneranno il sogno d’amore. Sul campo Giacinto gioca e vince: il quarto scudetto arriva nel 1971 e l’ultimo successo è la Coppa Italia del 1978, quando la carriera è al termine. Saluta il campo a 36 anni, il 7 maggio ’78 in Inter-Foggia 2-1 con un autogol: quasi una beffa del destino per il terzino goleador che aveva collezionato 475 partite in serie A con 59 gol (634 in totale con 75 gol), tutto con la maglia nerazzurra.
IL PRESIDENTE Dopo una brevissima parentesi di 9 mesi da vicepresidente dell’Atalanta nel 1980 (sempre il nerazzurro…), Giacinto rientrò in orbita Inter come dirigente nel 1985 con Pellegrini. Dieci anni dopo arriva Massimo Moratti: il simbolo è sempre al suo fianco, nel novembre 2001 diventa vicepresidente, soffre per il 5 maggio e dal gennaio 2004 è la bandiera del club. Miglior persona non si poteva trovare come 19° presidente dell’Inter, miglior carriera nerazzurra non poteva capitare al “Cipe”, come lo chiamava il Mago Herrera dopo che Buffon gli aveva storpiato il cognome in “Cipelletti” nel ’60.
L’UOMO Lascia un uomo tutto di un pezzo: venne definito “terzino e gentiluomo”. Troppo poco per un giocatore che chiuse la carriera con la Nazionale come capitano non giocatore nel 1978. Poteva ribellarsi ad un ruolo non suo: invece zero polemiche, aiutò sempre Bearzot nel Mondiale argentino e trovò la “gloria letteraria” nell’eroe di “Azzurro tenebra”, il romanzo di Giovanni Arpino, suo grande amico e padrino di Gianfelice. Il gigante che da piccolo sognava di fare il muratore, perché era felice quando dal primo piano di una casa in costruzione poteva tuffarsi su un mucchio di sabbia, chiudeva una carriera esemplare (un solo rosso per un applauso ironico all’arbitro Vannucchi nel 1975 con San Siro) tra i dolci ricordi e la consapevolezza di essere un simbolo del calcio italiano. Sempre a testa alta, in campo e fuori, amato dagli interisti e non solo. Ci mancherà, sembra retorica, ma non lo è.

Andre, grazie di tutto!


E’ finita, come era inevitabile, la carriera di uno tra i più grandi campioni di ogni epoca. Andre Agassi ha giocato l’ultima partita di una carriera interminabile, perdendo dal tedesco Benjamin Becker (5-7 7-6 4-6 7-5 in 3 ore e 3 minuti) nel terzo turno del suo ventunesimo Open degli Stati Uniti. A Flushing Meadows nessuno ricorda una standing ovation così lunga e fragorosa; forse gli si possono accostare quella del 5 settembre 1989 per l’addio di Chris Evert o quella del 2 settembre 1991 per la storica vittoria del quarantenne Jimmy Connors su Aaron Krickstein.
TRA I GRANDI - Nonostante Pete Sampras, suo storico rivale, abbia vinto molto più di lui (14 slam a 8, 20 confronti diretti a 14), nonostante John McEnroe sia stato dotato da madre natura di un talento assai più puro e spettacolare, nonostante Jimmy Connors e Ivan Lendl siano riusciti a rimanere più a lungo in cima al ranking mondiale e a vincere più tornei, Andre Agassi ha segnato un’epoca trasformando il tennis in uno spettacolo degno della sua Las Vegas. Agassi ha dato spettacolo sul campo per il suo modo aggressivo di giocare, sempre in anticipo, e di proporsi alle platee di mezzo mondo. I suoi pantaloncini di jeans e le sue magliette fluorescenti hanno fatto epoca come le sue risposte di rovescio a due mani o i suoi particolarissimi cross di dritto. E fuori dal campo è diventando l’uomo immagine del tennis mondiale più di quanto siano riusciti a fare tutti insieme quei campioni citati sopra.
I RECORD - Agassi si è dovuto arrendere all’età e al fisico, ma non certo come tennis, sempre brillante e spettacolare come e meglio dei vecchi tempi. Quando baby Agassi si affacciò sulla ribalta mondiale – era la fine degli anni Ottanta – il suo tennis era un bombardamento continuo da tutti i punti del campo e con tutti i colpi possibili. Sparava cannonate senza pensare a come vincere il match. E spesso perdeva partite già vinte. Ma dalla vittoria di Wimbledon in poi e fino a oggi, Agassi è stato per quasi 15 anni il giocatore più abile a costruirsi i punti. La vita e la carriera di Andre Agassi fatto parte della storia del tennis come quelle di Bill Tilden o Suzanne Lenglen, di Bjorn Borg o Martina Navratilova. I numeri e i record che Agassi ha stabilito in questi vent’anni di grande tennis sono stati approfonditi e sviscerati in tutte le salse possibili. Quelli che lo hanno reso immortale e superiore a tutti i suoi colleghi, da Rod Laver in avanti, sono due; il fatto di aver conquistato nell’arco della carriera tutti i titoli dello Slam (impresa riuscita soltanto a Fred Perry, Donald Budge, Rod Laver e Roy Emerson) e di essere l’unico giocatore della storia ad aver vinto gli slam su tre superfici differenti (erba, cemento e terra). Nel 1992 ha trionfato a Wimbledon battendo nelle ultime fasi del torneo Becker, McEnroe e Ivanisevic; nel 1994 ha vinto senza essere testa di serie l’Open degli Stati Uniti battendo in finale Michael Stich; nel 1995 ha superato Pete Sampras nella finale dell’Open d’Australia e nel 1999 ha recuperato e vinto una drammatica finale al Roland Garros in cinque set contro l’ucraino Andrei Medvedev.
Ma non è certo finita qui; Agassi ha vinto l’ultimo torneo dello Slam del Novecento, l’Open degli Stati Uniti del 1999 su Todd Martin, e il primo Slam del nuovo Millennio, l'Australian Open del gennaio del 2000 su Yevgeny Kafelnikov. A questi sei tornei dello Slam vanno aggiunti gli Open d’Australia del 2001 e del 2003. Queste 8 affermazioni lo posizionano al sesto posto assoluto tra i plurivittoriosi dopo Pete Sampras (14), Roy Emerson (12), Bjorn Borg e Rod Laver (11) e Bill Tilden (10) e compensano ampiamente le 7 finali perdute (4 a Flushing Meadow, 2 al Roland Garros e una a Wimbledon), l’ultima delle quali all’Open degli Stati Uniti del 2005 contro Federer. Ma Agassi ha vinto anche un Masters (quello del 1990 sul sintetico indoor di Francoforte), una Olimpiade (Atlanta nel 1996) e tre coppe Davis. Negli Slam ha vinto 224 partite ed è il secondo di sempre alle spalle di Connors (233).
IL GIOCO - Agassi è stato l’interprete più puro dell’attaccante da fondo campo che ha avuto in Jimmy Connors il precursore più eccellente. Dotato di un anticipo micidiale e di due eccellenti colpi da fondo campo, Agassi è diventato il beniamino del pubblico di tutto il mondo per quel suo modo un po’ irriverente di stare in campo e di divertire il pubblico. Nell'aprile del 1995 è diventato per la prima volta numero 1 del mondo, posizione che ha mantenuto per 101 settimane fino al settembre del 2003. In tutti questi anni ha guadagnato oltre 31 milioni di dollari in premi ufficiali e altri 150 milioni di dollari in sponsorizzazioni. Almeno un quarto di questa cifra l'ha investita nella Andre Agassi Foundation, una sorta di salvagente per i bambini disadattati della sua città. E forse questa rimane la sua più grande vittoria. Grazie Andre, grazie di cuore, anche se ora il tuo gioco preferito è andato in "game over".

ORARI E DATE DEGLI ALLENAMENTI



Martedì 5 e giovedì 7: ritrovo all'antistadio alle ore 20.50 per l'inizio degli allenamenti.

02 settembre 2006

COPPA EMILIA: ALTEDO - SG FORTITUDO


Finalmente si comincia! Prende il via domani la stagione dalla "effe" nella partita contro l'altedo valida per la coppa emilia. La partita inizierà alle 15.30 sul campo dell'altedo.
Il ritrovo è alla SALUS alle 13.40. Chi non viene alla salus è pregato di comunicarlo.